martedì 13 novembre 2007
Un ultimo pensiero personale...
So che dirò cose per così dire impopolari, ma tant'è: credo che debbano essere dette le cose come stanno (o almeno come le vedo io): Più che di crisi del calcio in se stesso, ritengo che la situazione attuale sia stata determinata dal fatto che una minoranza violenta del tifo ha preso in ostaggio il calcio. Questa gente ha dichiarato guerra alle forze dell'ordine e non perde occasione per scatenarla. Sono quasi tutte persone ben note alle varie questure, eppure riescono sempre ad agire quasi impunemente. Perchè? È semplice: perchè godono di robuste protezioni. Sono gruppi in gran parte legati all'estremismo politico, di sinistra, ma in maggior parte di destra e sono appetibili bacini di voti. Per questo, in pratica, non vengono toccati. Volendo, potrebbero essere spazzati via con facilità ( si è riusciti a mettere in serie difficoltà la mafia siciliana, che è ben altra cosa, figuriamoci se non sarebbe possibile distruggere le organizzazioni ultras) ed invece continuano a spadroneggiare. Appena ieri mi è toccato di sentire che le curve dello stadio di Roma non saranno chiuse "perché gli incidenti sono avvenuti fuori dello stadio" e noi stiamo ancora qui a discutere sul sesso degli angeli! Personalmente sono assolutamente convinta che in Italia non saremo capaci di trovare autonomamente la soluzione al problema. Ritengo che occorra un intervento-choc dall'esterno e per esterno intendo l'Uefa. Vista la situazione che impera negli stadi italiani, la Uefa dovrebbe prendere nei confronti dell'Italia la stessa misura che 20 anni fa adottò per l'Inghilterra: esclusione a tempo indeterminato dalle competizioni europee dei club italiani, finché negli stadi non saranno garantite sicurezza e tranquillità. A quel punto tutti noi saremo posti di fronte alle nostre responsabilità e chiamati a fare la propria parte senza scuse, né attenuanti. Non basteranno i soliti articoli perbenisti che appaiono sui giornali nelle circostanze luttuose, non basteranno sospensioni delle attività come quella appena adottata. Si comincerà finalmente a parlare seriamente di privatizzazione ed adeguamento degli stadi; si comincerà a capire l'assurdità di dover impiegare ogni domenica migliaia di poliziotti per far svolgere le partite di calcio (come se non bastassero le centinaia impiegate a far da scorta ai politici), sottraendole al loro lavoro di contrasto alla criminalità organizzata. I club stessi dovranno darsi una bella ridimensionata, smetterla con gli stipendi pluri-milionari, i bilanci gonfiati e la miriade di trucchetti che mettono in atto per mandare avanti questa specie di tragico circo. E quanto alle televisioni, che vadano pure a farsi fottere, coi loro telecronisti e commentatori stupidi e ciecamente tifosi, pronti solo a commentare movioloni o a far da zerbino ai soliti quattro pseudo-dirigenti, che in un paese normale sarebbero da tempo finiti in galera per le porcate che hanno commesso e che continuano a commettere. Ma noi purtroppo non siamo un paese normale. Cascano le braccia nel sentire che il capo dell'opposizione per far cadere il governo non trova niente di meglio che "fare campagna acquisti" (guarda un po' l'ironia della sorte) tra i deputati della maggioranza. E poi pretenderemmo anche che all'estero ci considerino qualcosa di più della merda. Per queste ragioni credo (e temo) che se non riceviamo proprio dall'estero una bella legnata nei denti (che sarebbe del tutto meritata), spenderemo ancora fiumi di parole, e non riusciremo a risolvere questa situazione, che chiamare intollerabile e indegna è il minimo che si possa fare.
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